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I mosaici pavimentali paleocristiani dell'insula episcopalis di Napoli: un tentativo di lettura d'insieme dei Lacerti Musivi

Identifiant AIEMA22-1520
auteur du texteSCHIAVONE S.
liens<non spécifié>
revueNapoli nobilissima
fascicule2008, IX, 5 s., n. 1-2
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titre d’autre support de publication <non spécifié>
paginationp. 3-34
nombre d’illustrations
langue du texteitalien
traduit de<non spécifié>
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renvoi BullAIEMA<non spécifié>
résumé de l'AIEMA
:
Si propone una nuova lettura delle strutture paleocristiane emerse negli scavi condotti negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso all’interno dell’insula episcopalis napoletana, corredata da un aggiornamento del rilievo di Di Stefano (fig. 8) e finalizzata ad una puntuale interpretazione dei mosaici pavimentali policromi, mediante un’attenta disamina tecnica dei tessellati (materiali utilizzati, dimensioni e particolare ordito delle tessere), la segnalazione dei numerosi lacerti (29), opportunamente numerati, e delle integrazioni a lastre marmoree delle lacune, infine, la ricostruzione grafica di alcuni pannelli (III, IV, VII, fig. 9). I mosaici si distribuiscono in un edificio di dubbia interpretazione (forse un atrio dell’episcopio) composto da tre vani. Nell’ambiente ad ovest si conservano tracce di tre pannelli adiacenti: il primo da nord (III), sovrapposto ad una precedente stesura musiva individuata da due piccoli frammenti (IX), presenta uno schema ad ottagoni e meandri percorsi da matasse, racchiuso da una cornice ad onde tripartite; il tappeto centrale è composto da un reticolo di fasce di losanghe e quadrati alternate a fasce composte da losanghe coricate e cerchi che inscrivono quadrati; la ricostruzione del pannello meridionale (V) è inficiata dall’esiguità del frammento supersite. Nel vano centrale dell’edificio si conservano due ampi lacerti pertinenti ad altrettanti pannelli: quello ad ovest (VI) presenta una larga cornice laterale con disegno a calice e uno schema geometrico di difficile interpretazione; quello ad est (VII) è composto da una griglia ortogonale di losanghe e quadrati adiacenti, incorniciata da una fascia a semicerchi e ogive. Di ciascun pannello si presenta una nutrita serie di confronti, dal IV al VI secolo, con mosaici di tutto il bacino mediterraneo, sia per quanto riguarda gli schemi geometrici, sia per quanto attiene i numerosi elementi decorativi che vi si inseriscono: stelle ad otto punte, croci acantifomi, raggiere, cerchi concentrici, nodi di Salomone, fiori cruciformi, coppie di pelte di schiena, fiori di loto. La stesura musiva viene pertanto datata tra la fine del V secolo e il primo quarto del VI, datazione proposta anche per i pochi tessellati rinvenuti nel pavimento della vicina cattedrale paleocristiana (figg. 3-7). Il mosaico dell’esedra a nord dell’ambiente orientale dello scavo (VIII), raffigurante un cantharus, tra esili racemi, sul quale poggiano due volatili in posizione araldica, viene datato, invece, alla metà del VI secolo e riferito, secondo l’indicazione dell’iscrizione in tessere blu VINC[ENTI]US VOTUM SOLBIT, all’accubitum edificato dal vescovo Vincenzo presso il battistero minore dell’episcopio.
classement
pays - classementItalie
mot matière
personne citée<non spécifié>
index géographique
pièce jointe<non spécifié>
commentairep. 3-34, fig. 3-25 n.b.
publié dans le bulletin2011-22