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I mosaici del re goto : la decorazione musiva di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna

Identifiant AIEMA23-1328
auteur du texteLEUZZI Laura
publication collectiveRex Theodericus. Il medaglione d'oro di Morro d'Alba
liens<non spécifié>
tomaison
paginationp. 131-140
nombre d’illustrations
langue du texteitalien
traduit de<non spécifié>
langue du résumé (si présent)<non spécifié>
renvoi BullAIEMA<non spécifié>
résumé de l'AIEMA
:
Interventi di restauro della decorazione musiva di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, il primo dei quali per la riconversione al culto ortodosso ad opera del vescovo Agnello nel 561. La decorazione musiva di Sant'Apollinare Nuovo si deve alla tradizione ravennate ma anche all'influenza che ebbero su Teodorico le opere d'arte viste a Roma e a Costantinopoli. Da questa considerazione e da un'indagine delle tecniche e dei materiali, l’autrice muove la ricerca sull'identità delle maestranze che parteciparono all'opera: sembra che si tratti di artigiani e artisti vicini all'esperienza bizantina, estranei piuttosto alla tradizione ravennate e a quella romana. Analisi delle iconografie rappresentate in Sant'Apollinare Nuovo con lo scopo di rintracciare l'esistenza di un'iconografia ariana, distinguibile da quella cattolica. Viene quindi esaminata l'iconografia delle due processioni di Vergini e di Martiri che si snodano sul registro inferiore, mentre il registro superiore è occupato dalle scene della predicazione di Cristo e dalle scene della Passione. Il registro mediano, invece, è decorato con conchiglie ospitanti figure maschili. Sono purtroppo andate perdute le decorazioni musive dell'abside, della controfacciata e dell'arco trionfale. Particolare interesse viene attribuito alla rappresentazione della Civitas Classi e del Palazzo di Teodorico: proprio sull'immagine del Palazzo si possono individuare le tracce dell'intervento di restauro e rimozione delle immagini ostrogote operato dal vescovo Agnello che analogamente, nelle processioni delle Vergini e dei Martiri, avrebbe sostituito un'analoga teoria di personalità politiche o religiose legate probabilmente alla corte ostrogota. La processione dei Martiri si conclude davanti alla figura di Cristo, assiso su un trono a lira, affiancato da due coppie di angeli con il baculo viatorio. Destinazione della processione delle Vergini è, invece, il trono della Madre di Dio con il Bambino, affiancato anch'esso da quattro angeli e collocato sulla parete opposta. L'autrice esamina anche in questo caso il significato e le disavventure subite dal mosaico nel corso del tempo, evidenziando gli interventi di restauro e il loro impatto sull'aspetto odierno della composizione. Un'altra parte importante della decorazione musiva di questa chiesa è la serie di pannelli, tredici per lato, disposta tra la sommità delle finestre e il soffitto cassettonato. I pannelli narrano tredici scene della Vita di Cristo, a sinistra, e tredici scene della Passione e Resurrezione, a destra. La scelta delle scene e del loro ordine, andrebbe letta alla luce della dottrina ariana, che vedeva in Cristo una figura di maestro, guida da seguire per giungere alla salvezza: nei pannelli sarebbe quindi simbolicamente rappresentato «il seguito» nella figura di un giovane che assiste ai singoli episodi. Altre scene proclamerebbero i dogmi ariani del Cristo-Messia, mediatori fra gli uomini e Dio, e della subordinazione del Figlio rispetto al Padre. Il contributo lascia aperte le numerose questioni che rendono affascinante il complesso decorativo di Sant'Apollinare Nuovo: la compresenza a Ravenna di maestranze di provenienze diverse, il messaggio ariano delle iconografie, il ruolo attivo di Teodorico nell'elaborazione del complesso figurativo, la funzione e gli obiettivi della decorazione.
classement
pays - classementItalie
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commentairep. 131-140, 27 ill. n.b.
Éditeur : Rome, Casa Editrice E.S.S. Editorial Service System s.r.l.
publié dans le bulletin2013-23